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Ho fatto i bagagli per tornare a casa, ormai qui non ho niente da fare. Anche Cleopa è pronto, a malincuore si parte. Pensare che qualche tempo prima avevamo lasciato tutto, per vivere quella che sembrava essere un’avventura bellissima; volevamo cambiare il mondo. Per strada, riviviamo il tempo trascorso con Gesù, ripensiamo a quanto abbiamo ascoltato e visto . Quanta gente, stanca, delusa, ammalata. Quanto dolore, tramutato in speranza. Poi, gli ultimi avvenimenti. Ci sono cose che non si possono toccare, le istituzioni e i poteri politici e religiosi controllano le coscienze. Vivevamo un sogno, citavamo fatti del passato, eravamo convinti che tutto si incastrasse perfettamente. Poi arresto, crocifissione, morte. Che delusione! Lacerazione interiore, sogni che finiscono. Ora ci si mette anche questo, che importa di cosa stiamo parlando? Certo, ha occhi e movenze che intrigano. Ha una conoscenza profonda delle cose che riguardano la religione, le racconta con una autorevolezza che lascia stupiti. Non si è presentato, chissà dove è diretto. Intanto scende la sera, io e Cleopa abbiamo fame, vogliamo fermarci un attimo, dobbiamo metabolizzare tutti gli avvenimenti. I discorsi con lo sconosciuto intrigano e poi sembra scortese mollarlo così. Lo invitiamo a cena e poi lo salutiamo. L’ambiente della taverna è caldo ed accogliente, poche persone, si può continuare a parlare. L’oste porta pane e vino, intuisco che il nostro ospite si è seduto in una posizione dominante; a guardarlo con il riflesso della luce fioca della candela, ha occhi luminosi, barba curata, lo si direbbe un bell’uomo, carismatico. Deve possedere grande cultura e dà la sensazione di uno che conosce la vita, l’amore, deve aver sofferto molto. Cleopa lo divora con gli occhi, è così attratto dalla conversazione che pare non senta più la stanchezza. L’ospite mesce il vino nei bicchieri, prende il pane, lo spezza come se fosse lui il padrone di casa. Mi sembra un gesto già visto, mangia un boccone con noi, poi decide di ripartire. Restiamo a guardarci perplessi. In fondo, non gli abbiamo chiesto il nome, chissà chi era! Però parlava bene, così bene che di colpo la conversazione non solo era diventata piacevole, ma anche così calda, profonda, bella che sentivamo il sangue arrivare al cuore. Cleopa addirittura piange, poi all’improvviso si alza, stringe il suo volto tra le mani ed esplode, ma possibile che non hai capito: era Gesù!

Occhi pieni di lacrime non chiudono la serata, anzi... di notte, nuovamente a Gerusalemme. Svegliamo tutti e gridando, diamo la notizia. Ci guardano sconvolti e perplessi, poi lentamente ci chiedono e dopo aver raccontato loro quanto è accaduto, ci uniamo con gioia a pregare. In fondo, tutti abbiamo vissuto Emmaus. Quando la vita ci ha tolto certezze, quando le delusioni hanno lacerato il cuore, quando la fede è diventata stanca e noiosa. Abbiamo cercato altre strade, quasi rassegnati. Abbiamo un Dio che non molla...ti cerca, ti strapazza, ti scalda, fino a quando non lo riconosci. Sul tavolo della vita, lui si siede con noi a spiegarla, ad incoraggiare, a scaldare il cuore. Lui si comprende con il cuore e nel cuore, è dono di Parola e di se stesso. Tocca a ciascuno di noi, capire quanto è disposto ad aprire il cuore, bisogna per una volta nella vita abbattere schemi e paure, per vederlo... Pasqua è percorso del cuore. Finalmente vivo, perchè Gesù è risorto!

23 marzo 2022                       

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